Le agevolazioni fiscali su casa e auto restano uno degli strumenti più utilizzati dalle famiglie italiane per ridurre le spese di ristrutturazione, efficientamento e mobilità. Le norme cambiano spesso, ma i principi base restano: spese documentate, pagamenti tracciabili, rispetto dei requisiti tecnici. Conoscere le regole ufficiali dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Economia permette di capire quali interventi rientrano davvero e quali no.
Non tutte le detrazioni fiscali hanno la stessa durata, non tutte sono cumulabili e alcune richiedono comunicazioni preventive all’Agenzia delle Entrate o il rispetto di scadenze precise fissate dai decreti attuativi. In questo quadro si muovono i bonus per la casa (ristrutturazioni, eliminazione delle barriere architettoniche, sisma bonus, interventi di efficientamento energetico) e i contributi per l’acquisto di veicoli meno inquinanti previsti dai ministeri competenti.

Alcune agevolazioni hanno tetti di spesa diversi per singola unità immobiliare, altre valgono solo se il pagamento è tracciabile, altre ancora richiedono l’asseverazione di un tecnico. Vediamo quindi, con casi pratici, come funzionano questi incentivi, quali sono i riferimenti istituzionali da consultare (Agenzia delle Entrate, Ministero dell’Ambiente, MIMIT) e quali errori evitare per non perdere il diritto al beneficio.
Bonus casa: ristrutturare, mettere in sicurezza, ridurre i consumi
La fonte di riferimento per le detrazioni edilizie è l’Agenzia delle Entrate, che nelle sue guide indica ancora come operativi gli interventi di ristrutturazione al 50% fino a 96.000 € per unità immobiliare: significa che, se una famiglia spende 20.000 € per rifare impianto elettrico e servizi, in dichiarazione può recuperare 10.000 € in 10 rate annuali da 1.000 €. Per gli interventi di efficientamento energetico (sostituzione infissi, caldaie a condensazione, pompe di calore) le aliquote ordinarie restano tra il 50% e il 65%, con tetti di spesa differenziati, sempre come indicato nelle schede tecniche dell’Agenzia. Accanto a queste misure c’è il bonus barriere architettoniche al 75%, introdotto con finalità sociali e confermato nelle ultime norme: è molto usato nei condomìni perché consente di detrarre una quota più alta per montascale, piattaforme, ascensori esterni. Un intervento da 30.000 € per eliminare i gradini d’ingresso potrà dare una detrazione di 22.500 €, sempre da ripartire in più anni.

Per gli immobili in zone sismiche 1, 2 e 3 rimane il sismabonus con percentuali dal 50% all’85% se si migliora la classe di rischio: in diverse risposte a interpello l’Agenzia ha ribadito che il requisito centrale è la presenza di un progetto strutturale e dell’asseverazione del tecnico. Tutti i bonus casa hanno alcuni punti in comune: pagamento con bonifico parlante, indicazione di causale, codice fiscale beneficiario, partita IVA dell’impresa. In assenza di queste condizioni la detrazione può essere disconosciuta. Gli esperti fiscali del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ricordano inoltre che lo stesso immobile può essere interessato da più bonus, ma l’importo di ciascun intervento deve essere separato e riconducibile a una specifica agevolazione.
Bonus auto e veicoli green: quando interviene lo Stato
Sul fronte mobilità, i riferimenti sono le comunicazioni del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che ogni anno aprono la piattaforma per l’ecobonus auto. La logica è premiare chi rottama un veicolo inquinante e compra un’auto con basse emissioni: più il veicolo è “pulito”, maggiore è il contributo, fino alle soglie fissate dai decreti. Per esempio, un’auto elettrica di fascia di prezzo ammessa, acquistata con contestuale rottamazione, può accedere a un contributo più alto rispetto a un veicolo ibrido tradizionale. Si tratta di un aiuto diverso dalle detrazioni per la casa: qui non c’è una percentuale da scalare in dichiarazione, ma un contributo diretto che riduce il prezzo finale, gestito dal concessionario. Le risorse, però, sono limitate e lo stesso MIMIT segnala che i fondi vengono assegnati in ordine cronologico: chi arriva tardi potrebbe non trovare capienza.
Il collegamento con la casa arriva quando si installano colonnine di ricarica domestiche: in questo caso l’Agenzia delle Entrate consente una detrazione specifica, a condizione che il pagamento sia tracciabile e che la colonnina sia destinata a un immobile residenziale. È un esempio di come più misure pubbliche possano concorrere allo stesso obiettivo: ridurre emissioni e consumi energetici. Un caso pratico: una famiglia che nel 2025 decide di ristrutturare il bagno (8.000 €), mettere un servoscala (12.000 €) e acquistare un’auto ibrida con ecobonus potrà cumulare i benefici perché si tratta di agevolazioni diverse, gestite da canali differenti. Le spese edilizie andranno in dichiarazione, il bonus auto sarà scontato dal rivenditore, e gli importi saranno tracciati in caso di controlli. La chiave, sottolineano i tecnici dell’Agenzia, è sempre la documentazione: fattura, bonifico parlante, certificazioni tecniche e rispetto dei limiti di spesa indicati nelle circolari ufficiali.





