Un asciugamano, il sole, il mare. Ma senza plastica a rovinare la scena. Piccoli gesti quotidiani possono rendere le spiagge più pulite e il futuro più leggero

Una giornata al mare è un classico intramontabile: asciugamano steso, borsa frigo, la sensazione di sabbia che scotta sotto i piedi. Ma a volte, oltre ai ricordi, sulla spiaggia restano bottigliette vuote, cannucce, sacchetti che il vento porta via.
Non è solo un fastidio estetico: è un problema enorme per l’ambiente, perché quella plastica finisce in mare e rientra, invisibile, nella nostra vita quotidiana.
Ogni estate, secondo le associazioni ambientaliste, milioni di tonnellate di plastica raggiungono il Mediterraneo. Molto parte proprio dalle spiagge turistiche, dove l’afflusso di persone moltiplica i rifiuti. Microplastiche e frammenti vengono ingeriti dai pesci e, alla lunga, anche da noi. Il paradosso è evidente: la giornata di relax rischia di trasformarsi in un danno silenzioso e permanente.
Alcuni gesti semplici per non contribuire all’inquinamento
Ridurre la plastica non richiede rivoluzioni, ma un po’ di attenzione in più. Portare una borraccia invece delle bottigliette usa e getta, scegliere contenitori riutilizzabili per i panini, preferire sacchetti in stoffa o carta al posto di quelli in plastica. Sono dettagli che, se moltiplicati per le migliaia di persone che affollano le spiagge, cambiano davvero la fotografia del litorale a fine giornata.

Un altro gesto importante è raccogliere sempre i propri rifiuti e differenziarli correttamente. Può sembrare banale, ma basta guardarsi intorno dopo una domenica affollata per capire che non lo è. E se manca un cestino vicino, tenerli in borsa fino al rientro non è una tragedia: il mare ringrazia.
Molti stabilimenti balneari hanno già iniziato a fare la loro parte, eliminando bicchieri monouso o offrendo acqua gratuita dalle fontanelle. Anche alcune località hanno introdotto ordinanze plastic free, vietando la vendita di oggetti usa e getta. È un segnale chiaro: la sostenibilità non è più un dettaglio, ma una condizione per vivere le spiagge senza distruggerle.
La verità è che l’esempio funziona più di mille campagne. Vedere qualcuno che raccoglie la propria spazzatura o che riempie la borraccia alla fontanella contagia chi sta intorno. La cultura del mare pulito nasce così, per imitazione, per piccoli gesti che diventano abitudine.
Pensarci è semplice: le onde che oggi ci rinfrescano saranno le stesse che troveranno i nostri figli. Ridurre la plastica in spiaggia è un atto di rispetto verso chi verrà dopo, oltre che un modo per non trasformare il Mediterraneo in una discarica galleggiante.