Ci sono case in vendita ferme da mesi per colpa di un balcone sporgente di troppo o di una finestra mai autorizzata. Con il nuovo Decreto Salva Casa, queste situazioni possono finalmente trovare una via d’uscita. Una riforma tanto attesa, che permette di regolarizzare piccole difformità edilizie, riducendo burocrazia e incertezze. La nuova legge non parla di condoni ma introduce regole chiare per casi concreti e frequenti, offrendo una seconda possibilità a tanti proprietari bloccati da ostacoli minimi ma determinanti. Ecco perché conviene conoscere a fondo le novità del 2024 e come cambiano le regole per spazi piccoli, sottotetti e cambi d’uso.
Capita spesso che, al momento della compravendita di un immobile, salti fuori un dettaglio che blocca tutto: un tramezzo aggiunto, una parete diversa da quella in progetto, o un’altezza interna leggermente fuori norma.

Situazioni che possono trasformare un appartamento perfettamente abitabile in un caso da risolvere in tribunale o in Comune. L’entrata in vigore della Legge 105/2024 vuole rimettere ordine a queste anomalie, introducendo criteri oggettivi, pensati per chi ha apportato modifiche minori senza alterare la sicurezza o la struttura dell’edificio.
Nuove regole per sanare piccole difformità edilizie senza demolire e con tempi più lunghi per mettersi in regola
Uno dei punti centrali della riforma riguarda la regolarizzazione degli abusi minori. Con la nuova normativa, è possibile sanare scostamenti fino al 6% rispetto al progetto originario per le unità immobiliari fino a 60 metri quadrati. Un margine di tolleranza che tiene conto di errori comuni nelle ristrutturazioni, spesso causati da interpretazioni diverse o da lavori eseguiti senza aggiornare i documenti ufficiali.

Il legislatore ha anche prorogato i termini per adempiere agli ordini di demolizione: ora ci sono fino a 240 giorni per trovare una soluzione tecnica alternativa. Una novità che interessa chi ha ricevuto ingiunzioni di ripristino per opere realizzate in buona fede e che oggi potrebbe evitare la demolizione grazie ai nuovi criteri.
Importante anche il riconoscimento dell’autonomia tra le parti comuni condominiali e le unità private. Prima bastava una difformità nei vani tecnici o nei locali comuni per bloccare interi edifici. Adesso, invece, si può procedere con la regolarizzazione delle singole unità senza essere penalizzati da abusi non propri.
Più flessibilità per rendere abitabili sottotetti, creare micro-appartamenti e cambiare destinazione d’uso degli immobili
Un’altra importante apertura arriva sul fronte del recupero degli spazi abitativi. Con la nuova legge si possono trasformare i sottotetti in veri e propri appartamenti, a patto che rispettino una altezza minima di 2,40 metri e i requisiti igienico-sanitari. Inoltre, è ora possibile realizzare monolocali da 20 mq e bilocali da 28 mq, soluzioni molto richieste nei grandi centri urbani dove lo spazio è sempre più scarso.
Il cambio di destinazione d’uso diventa più semplice, soprattutto nei casi meno rilevanti. Viene meno, infatti, l’obbligo della “doppia conformità”: oggi è sufficiente che l’intervento sia conforme alle regole attuali, anche se non lo era al momento della realizzazione.
Infine, il decreto amplia le possibilità di intervento in edilizia libera: è ora possibile installare vetrate panoramiche, tende bioclimatiche e pompe di calore fino a 12 kW senza necessità di permessi, semplificando ulteriormente la gestione di piccoli lavori domestici.
Questa riforma segna un cambio di passo. In un mercato immobiliare sempre più frammentato, rende più accessibili operazioni che prima erano impossibili o troppo onerose. La direzione è chiara: usare meglio ciò che già esiste, senza inutili ostacoli.





