Detrazione fino a 80 euro anche per chi ha pagato spese per animali non propri

Anche chi non è il proprietario dell’animale può beneficiare di un’agevolazione poco conosciuta che copre parte delle spese veterinarie se pagate in modo tracciabile. È un’opportunità concreta per chi si è preso cura di un amico a quattro zampe, anche solo occasionalmente. Le regole sono chiare, ma in pochi sanno come funziona davvero e chi può beneficiarne. Un vantaggio fiscale che unisce cuore e buonsenso e che merita attenzione, soprattutto durante la dichiarazione dei redditi.

A volte si tratta solo di un favore fatto a un familiare. Altre, di una necessità imprevista. In ogni caso, può succedere di pagare una visita o dei farmaci per un animale che non è il proprio. Ma pochi sanno che, in casi come questi, è possibile inserire quella spesa nella dichiarazione dei redditi e ottenere una detrazione del 19%, anche se non si è formalmente proprietari dell’animale.

padrone con cane
Detrazione fino a 80 euro anche per chi ha pagato spese per animali non propri-flavabeach.it

La dichiarazione precompilata dell’Agenzia delle Entrate, disponibile per tutti i contribuenti, offre una panoramica di spese detraibili tra cui rientrano anche quelle veterinarie per animali da compagnia o sportivi. Questo vale solo per animali legalmente detenuti a scopo affettivo o per attività sportive, ma non per quelli da allevamento o uso commerciale.

Chi può beneficiare della detrazione per le spese veterinarie anche se non è proprietario dell’animale

Chi ha effettuato il pagamento può beneficiare dell’agevolazione anche se l’animale non è intestato a suo nome. L’importante è che lo scontrino o la fattura riportino il codice fiscale di chi ha sostenuto la spesa e che il pagamento sia tracciabile. È un principio che valorizza la responsabilità individuale: chi si prende cura dell’animale, anche solo economicamente, ha diritto a ottenere un vantaggio fiscale.

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Chi può beneficiare della detrazione per le spese veterinarie anche se non è proprietario dell’animale-flavabeach.it

La normativa stabilisce un tetto massimo detraibile di 550 euro, ma solo per la parte che eccede una franchigia di 129,11 euro. Quindi, la detrazione massima possibile è di circa 80 euro. Questo importo non cambia anche se si possiedono più animali e vale solo per chi ha un reddito fino a 120.000 euro, oltre il quale l’importo decresce fino ad azzerarsi a 240.000 euro.

Un esempio concreto: se una persona anticipa la spesa per il cane dell’anziana madre e paga con la propria carta, può inserire quella cifra nel modello 730, a patto che lo scontrino sia parlante e riporti tutti i dati richiesti, incluso il codice fiscale.

Cosa rientra davvero tra le spese veterinarie detraibili e come evitare errori che fanno perdere l’agevolazione

La detrazione per le spese veterinarie include le prestazioni del veterinario, gli interventi chirurgici, le analisi e l’acquisto di farmaci veterinari, anche senza prescrizione, se venduti da farmacie fisiche o online autorizzate. È sufficiente che lo scontrino sia “parlante”, cioè che indichi chiaramente la natura del prodotto (ad esempio con la sigla FV), la quantità, la qualità e il codice fiscale dell’acquirente.

Non sono invece detraibili i mangimi speciali, anche se prescritti, poiché considerati prodotti alimentari e non farmaci. Attenzione anche al metodo di pagamento: per avere diritto alla detrazione è necessario che la spesa sia stata sostenuta in modo tracciabile, quindi con carte elettroniche, bonifico o sistemi digitali. Le uniche eccezioni riguardano le spese sostenute presso strutture pubbliche o accreditate al Servizio Sanitario Nazionale, dove il pagamento in contanti è ancora ammesso.

Questo tipo di agevolazione rappresenta un gesto concreto che il sistema fiscale riconosce a chi si prende cura degli animali. Un’attenzione che premia la solidarietà e il senso civico, valorizzando anche piccoli gesti quotidiani che spesso passano inosservati.

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