Gli stipendi italiani del 2025 segnano una svolta ma solo per alcuni settori

Un balzo in avanti inatteso per gli stipendi italiani che segnano un aumento medio del 2,6% ma con forti differenze tra settori e contratti ancora bloccati. Nel 2025 la crescita delle retribuzioni porta una ventata di ottimismo nel mercato del lavoro, anche se il ritmo non è lo stesso per tutti i comparti produttivi.
Pubblica amministrazione e agricoltura spiccano per i rialzi più consistenti, mentre industria e servizi privati restano indietro nella corsa salariale.

Tra rinnovi contrattuali in ritardo, inflazione che rallenta ma non si ferma e prezzi dei beni quotidiani in aumento, il potere d’acquisto degli italiani resta fragile.
I dati dell’Istat, confermati dalle analisi dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps, offrono uno sguardo realistico su un Paese che tenta di recuperare terreno dopo anni di stagnazione salariale.

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Gli stipendi italiani del 2025 segnano una svolta ma solo per alcuni settori-flavabeach.it

Il quadro che emerge descrive un’Italia divisa in due: da una parte i comparti pubblici che finalmente vedono riconosciuti aumenti significativi, dall’altra milioni di lavoratori che attendono ancora il rinnovo del contratto collettivo. A settembre 2025, secondo l’Istat, le retribuzioni contrattuali orarie sono salite in media del 2,6% rispetto all’anno precedente, un dato che, se da un lato mostra segnali positivi, dall’altro lascia intravedere un rallentamento nella dinamica reale dei salari. I prezzi, soprattutto quelli dei beni primari, continuano a crescere più velocemente dei redditi, erodendo parte del vantaggio economico. L’impressione generale è quella di un Paese in bilico tra progresso e incertezza, dove la crescita salariale non sempre riesce a tradursi in un miglioramento concreto delle condizioni di vita.

La corsa degli stipendi nei settori pubblici e agricoli che trainano la crescita del 2025

Nell’ultimo anno la pubblica amministrazione è risultata tra i settori più dinamici, con aumenti medi del 3,3% e punte del 7,2% per i funzionari ministeriali. I comparti della Difesa, delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco hanno visto incrementi tra il 6 e il 7%, a testimonianza dei recenti rinnovi contrattuali e dell’adeguamento retributivo alle nuove responsabilità operative.

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La corsa degli stipendi nei settori pubblici e agricoli che trainano la crescita del 2025

Anche l’agricoltura, spesso relegata ai margini del dibattito economico, ha registrato un sorprendente +4,9%, grazie a nuove politiche di sostegno e all’aumento della produttività. Per chi lavora in questi settori, la differenza si traduce in qualche decina di euro in più ogni mese, un segnale di fiducia in un periodo ancora incerto. Si tratta di comparti che, pur con dinamiche diverse, stanno ridefinendo il concetto di stabilità salariale, portando nuova linfa all’intero sistema retributivo nazionale.

I settori in difficoltà e il potere d’acquisto che fatica a recuperare terreno

Non tutti i lavoratori, però, hanno potuto beneficiare di questi miglioramenti. Le telecomunicazioni e le farmacie private restano ferme, senza variazioni da oltre dodici mesi, e questo pesa sul bilancio di migliaia di famiglie. A complicare il quadro c’è il ritardo nei rinnovi dei contratti collettivi: circa 5,6 milioni di dipendenti lavorano ancora con accordi scaduti. La crescita dei salari non basta inoltre a compensare l’aumento del carrello della spesa, che a settembre ha registrato un +3,1%, superiore alla media degli stipendi. In pratica, il potere d’acquisto reale diminuisce, e molti lavoratori percepiscono che lo stipendio, pur salendo nominalmente, vale meno rispetto all’anno precedente. Questo scenario mette in luce la necessità di interventi strutturali su produttività e contrattazione, affinché l’aumento delle retribuzioni non resti solo un numero ma diventi un miglioramento concreto nella vita quotidiana.

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