Una stretta mai vista prima colpirà permessi e congedi retribuiti: tra controlli digitali, verifiche mediche e nuove regole INPS, cambia tutto per chi usufruisce della Legge 104. L’obiettivo dichiarato è eliminare gli abusi, ma il rischio è che anche chi ha davvero bisogno finisca impigliato nella rete dei nuovi meccanismi di controllo Tra medici militari e tracciamento telematico, le assenze non saranno più semplici richieste ma veri percorsi di accertamento costante.
La manovra finanziaria per il 2026 cambia il modo di pensare la tutela per chi assiste familiari disabili o accudisce i propri figli. Un nuovo equilibrio tra diritti e verifiche trasformerà l’attuale sistema in una rete fitta di obblighi, conferme e revisioni. Per alcuni è un passo avanti verso la trasparenza, per altri un ulteriore carico burocratico su chi già vive situazioni difficili.

C’è chi ha fatto carte false per ottenere i permessi previsti dalla Legge 104, chi ne ha usufruito anche dopo la morte del familiare assistito, e chi ha condiviso gli stessi giorni con altri parenti, raddoppiando benefici e assenze. Ma ci sono anche migliaia di lavoratori che ogni mese devono conciliare il lavoro con la cura di persone fragili, affrontando mille difficoltà e facendo salti mortali per non venir meno né agli obblighi familiari né a quelli professionali. Proprio per questo, la nuova stretta prevista nella legge di Bilancio 2026 apre un fronte delicatissimo.
Si punta a colpire i furbi, ma si rischia di colpire anche chi ha davvero diritto. La trasformazione sarà radicale: ogni permesso potrà essere oggetto di controlli a sorpresa, ogni congedo dovrà essere tracciato digitalmente e ogni beneficiario dovrà dimostrare periodicamente di avere ancora tutti i requisiti sanitari in regola.
I datori pubblici potranno chiedere verifiche mediche continue sui requisiti della Legge 104 tramite INPS e sanità militare
Secondo la bozza della manovra, dal 2026 le pubbliche amministrazioni potranno chiedere all’INPS di accertare in qualsiasi momento se chi usufruisce dei permessi mensili previsti dall’articolo 33 della Legge 104 possieda ancora i requisiti. Fino ad oggi, il riconoscimento della disabilità grave era spesso considerato valido a tempo indeterminato. Con la nuova normativa, invece, si potrà essere sottoposti a nuovi accertamenti anche a distanza di anni.

Le verifiche saranno effettuate non solo dall’INPS, ma anche da medici della sanità militare o di altre strutture pubbliche, grazie a convenzioni mirate. La presenza dei datori pubblici in questo processo sarà attiva: basterà una loro segnalazione per far partire una nuova valutazione. Tutto questo mira a evitare che chi ha perso i requisiti continui a usufruire dei benefici.
Un caso concreto? Un impiegato statale che assiste la madre disabile potrebbe trovarsi convocato per un aggiornamento del fascicolo sanitario del familiare. Se la madre non risulterà più in condizioni di gravità, i permessi salteranno. Chi abusa, rischia sanzioni e il recupero delle somme indebitamente percepite.
Ogni congedo parentale o 104 dovrà essere tracciato online con i dati del familiare assistito per fermare gli abusi
Un altro cambiamento importante riguarda la completa tracciabilità digitale di ogni permesso. Le pubbliche amministrazioni dovranno inviare mensilmente all’INPS dati dettagliati non solo sui permessi 104, ma anche su congedi straordinari e parentali. Ogni comunicazione dovrà contenere anche il nome della persona assistita o del figlio per cui si chiede il congedo.
Questa novità renderà possibile l’incrocio dei dati in tempo reale. L’INPS sarà in grado di individuare se più persone stanno usando lo stesso permesso per la stessa persona. Una pratica finora difficile da scovare che ha portato a molte frodi.
Non è raro che familiari residenti in città diverse chiedano lo stesso tipo di permesso per un parente disabile, moltiplicando le assenze e i costi per lo Stato. Con il nuovo sistema, tutto questo sarà registrato e verificabile, lasciando poco spazio a comportamenti scorretti.
Ma non tutti sono tranquilli. Chi assiste davvero, ogni giorno, teme che questa riforma trasformi i diritti in ostacoli burocratici. L’ansia di doversi giustificare continuamente, di essere convocati per nuove visite o dover gestire documentazione extra rischia di pesare proprio su chi ha più bisogno di sostegno.





