Vincere un quiz televisivo è l’immagine perfetta della fortuna che bussa alla porta, ma dietro le cifre esibite sullo schermo si nasconde una realtà molto diversa. Tra IVA, tasse e conversioni, il denaro promesso cambia forma più volte prima di arrivare al vincitore. L’emozione resta forte, ma la cifra netta spesso delude. È il lato meno noto dei giochi televisivi, dove il vero colpo di scena arriva solo dopo i titoli di coda. Un viaggio tra regole fiscali, gettoni d’oro e percentuali che ridisegnano completamente il valore della vittoria.
Chi ha seguito almeno una volta un programma come Affari Tuoi conosce bene quella scena: il pacco si apre, il pubblico trattiene il fiato, il numero viene annunciato con enfasi. Centomila, duecentomila, trecentomila euro. La festa parte subito, il vincitore si commuove, la musica cresce.

Ma quando si spengono le luci dello studio, inizia il percorso reale del premio, quello che non si vede. Il primo passaggio obbligato è l’IVA: in Italia, i premi dei quiz televisivi sono considerati “ivati”, cioè la cifra annunciata comprende già l’imposta sul valore aggiunto. Quindi, da un premio di 100.000 euro bisogna togliere il 22 %, ottenendo un valore effettivo di circa 82.000 euro. Ma non è finita.
Quando i premi da sogno vengono erosi da imposte e gettoni e il vincitore scopre che il vero ostacolo non è il quiz ma il fisco
Dopo la decurtazione dell’IVA, arriva quella fiscale: i premi sono tassati al 20 % come “redditi diversi”. Così, dai circa 82.000 euro reali, vanno tolti altri 16.400 euro. Ciò che rimane è intorno ai 65.600 euro. Una cifra comunque importante, ma ben lontana da quella che ha fatto emozionare il pubblico. E c’è un altro dettaglio fondamentale: il pagamento, nella maggior parte dei casi, non avviene in contanti ma tramite gettoni d’oro.

I gettoni, retaggio di una normativa ormai superata, sono ancora oggi la forma più usata per corrispondere i premi. Il valore di ogni gettone dipende dal peso, dalla purezza e dalla quotazione dell’oro al momento del cambio. In genere si tratta di oro a 18 carati, quindi non puro. Una volta ricevuti i gettoni, il vincitore deve convertirli in denaro rivolgendosi a un banco metalli convenzionato, che applica una commissione di cambio, solitamente tra il 3 e il 5 %.
Se si prende di nuovo l’esempio del premio da 100.000 euro, già ridotto a circa 65.600 dopo IVA e ritenuta fiscale, bisogna considerare altri 3.000–4.000 euro di commissioni, che abbassano ulteriormente la cifra finale intorno ai 61.000–62.000 euro. Una perdita complessiva di circa il 38–40 % rispetto alla somma annunciata in studio. Non è raro, anzi è piuttosto frequente, che a fronte di vincite ancora più alte, ad esempio 300.000 euro, la cifra finale si fermi attorno ai 175.000 euro.
Tra emozione in diretta e realtà bancaria il vero premio nei quiz televisivi è più piccolo di quanto il pubblico possa immaginare
Anche se dal 2018 le emittenti possono corrispondere i premi in denaro, la maggior parte dei programmi continua a usare i gettoni d’oro, probabilmente per ragioni di gestione interna e di convenienza fiscale. Questo sistema, però, aggiunge complessità per il vincitore, che si ritrova a dover gestire burocrazia, tempi di attesa lunghi (anche diversi mesi) e l’incertezza del valore dell’oro.
Eppure, nonostante tutto, l’attrazione dei quiz resta intatta. Vincere continua ad avere un peso simbolico forte: rappresenta il riscatto, il colpo di fortuna, la possibilità di cambiare qualcosa. La cifra netta conta, ma per molti resta secondaria rispetto all’esperienza vissuta.
La vera domanda, alla fine, è se la vittoria in un quiz valga più per il denaro ricevuto o per l’emozione di avercela fatta. Forse la risposta è nel ricordo indelebile di quei minuti in tv, che nessuna trattenuta potrà mai sbiadire.