Il part-time dei genitori diventa un diritto e le aziende che non tagliano le ore ricevono un bonus fino a 3.000 euro

In un tempo in cui conciliare lavoro e famiglia sembra una corsa a ostacoli, la Manovra 2026 introduce un meccanismo che promette di cambiare gli equilibri. La priorità al part-time per i genitori e il bonus per le aziende che non riducono le ore complessive segnano un passo concreto verso un modello lavorativo più sostenibile. Genitori con figli potranno chiedere la trasformazione del contratto a tempo parziale, mentre i datori di lavoro virtuosi otterranno un incentivo economico. È un modo nuovo di pensare la produttività, dove la cura familiare e la continuità aziendale trovano finalmente un punto d’incontro. In questo equilibrio si intravede la possibilità di rendere più umano il lavoro e più forte la fiducia tra imprese e dipendenti, un tassello di una politica familiare che vuole premiare chi investe nel benessere collettivo.

Non è solo una misura economica, ma un segnale culturale: il riconoscimento del valore del tempo. Per anni le richieste di orari flessibili da parte dei genitori sono state considerate un problema organizzativo; oggi, invece, diventano un diritto supportato da incentivi pubblici

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Manovra 2026: il part-time dei genitori diventa un diritto e le aziende che non tagliano le ore ricevono un bonus fino a 3.000 euro-flavabeach.it

. La norma si inserisce in un pacchetto più ampio di interventi per sostenere la natalità e la genitorialità. Questa nuova prospettiva non guarda solo al presente ma costruisce le basi per un futuro in cui il lavoro non costringa a rinunciare alla famiglia e la famiglia non diventi ostacolo all’attività professionale.

Come cambia il diritto alla trasformazione del contratto in part-time per i genitori nella Manovra 2026

La base normativa si trova nel Decreto Legislativo 81 del 2015, che già prevedeva la priorità per il genitore con figlio convivente fino a 13 anni o con figlio disabile senza limiti d’età nella trasformazione del contratto da tempo pieno a part-time. Con la Manovra 2026 questa priorità si amplia: se i figli sono almeno tre, il diritto resta valido fino al decimo anno del minore.

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Come cambia il diritto alla trasformazione del contratto in part-time per i genitori nella Manovra 2026-flavabeach.it

Ciò significa che un padre o una madre con tre figli potrà chiedere la riduzione dell’orario lavorativo per dedicare più tempo alla vita familiare. La riduzione può essere orizzontale, cioè con meno ore al giorno, o verticale, con meno giorni lavorativi alla settimana, purché la diminuzione sia almeno del 40%.

Un esempio pratico: una lavoratrice con tre figli chiede di passare da 40 a 24 ore settimanali. L’azienda valuta la richiesta e, se compatibile con le esigenze produttive, deve concederla, riconoscendo la priorità prevista dalla legge. Questa evoluzione rafforza il diritto dei genitori, trasformando la flessibilità in strumento di equilibrio anziché in concessione occasionale. È un cambiamento che valorizza la qualità della vita, riduce il rischio di abbandono lavorativo e contribuisce a una maggiore stabilità familiare.

Il nuovo bonus contributivo per le imprese che favoriscono il part-time senza diminuire il monte ore complessivo dei lavoratori

La seconda parte della misura guarda alle aziende e introduce un incentivo economico per chi aderisce alla filosofia del “part-time senza perdita”. Se un datore di lavoro concede la riduzione oraria al genitore ma mantiene inalterato il monte ore complessivo della forza lavoro, ad esempio tramite nuove assunzioni o riorganizzazione interna, potrà godere di un esonero contributivo totale fino a 3.000 euro annui per lavoratore, per un massimo di 24 mesi. Sono esclusi i contratti di apprendistato e di lavoro domestico, mentre il beneficio è cumulabile con la deduzione del costo del lavoro prevista dal Decreto Legislativo 216 del 2023.

Immaginando un caso concreto: un’azienda concede il part-time a una dipendente madre di tre figli e assume un nuovo addetto per coprire le ore mancanti. In questo modo non solo ottiene l’esonero contributivo, ma anche una migliore distribuzione delle competenze. La misura favorisce così un doppio vantaggio: sostegno alla genitorialità e incentivo all’occupazione. Inoltre, restano fermi i divieti di comportamenti discriminatori nei confronti di chi richiede il part-time, così come il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo pieno per mansioni equivalenti.

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