Una ricevuta per il nuoto o per la palestra dei figli può trasformarsi in un vantaggio fiscale che pochi conoscono ma che può davvero fare la differenza nel momento giusto. Le spese sportive dei giovani rappresentano una voce agevolabile nella dichiarazione dei redditi, ma solo a certe condizioni ben precise. È un’opportunità concreta e ancora troppo poco sfruttata, che riguarda milioni di famiglie e che può tradursi in un risparmio se si rispettano poche ma fondamentali regole. Non serve essere esperti di fisco, ma conoscere cosa si può detrarre, in quali limiti e soprattutto come documentarlo correttamente. Un piccolo gesto, come pagare con un metodo tracciabile, può fare la differenza tra un rimborso e un’occasione persa.
C’è chi iscrive i propri figli a danza, basket, arti marziali, o corsi in piscina senza pensare che dietro quelle quote ci sia un possibile ritorno economico. Altri, pur sapendo della possibilità di detrarre, si scoraggiano davanti a sigle, codici e cavilli burocratici. Eppure, la detrazione per attività sportive dei giovani tra 5 e 18 anni è regolata con chiarezza dal Testo Unico delle imposte sui redditi.

Per il 2024, si parla del 19% su un massimo di 210 euro per ciascun figlio a carico, da riportare nella dichiarazione 730/2025 al Quadro E, usando il codice 16. Una possibilità concreta, riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate e disciplinata in documenti ufficiali, come la circolare n. 34 del 2008. Ma come sempre accade, è nei dettagli che si gioca la vera partita.
Chi può beneficiare della detrazione del 19 per cento sulle spese sportive dei ragazzi tra cinque e diciotto anni e come ottenere davvero il vantaggio fiscale
La detrazione spetta a chi sostiene spese per l’attività sportiva dilettantistica dei minori fiscalmente a carico. L’importo massimo detraibile è di 39,90 euro per ciascun figlio, calcolato sul limite di 210 euro di spesa. Per accedere al beneficio è fondamentale che il pagamento sia tracciabile e che la ricevuta riporti i dati richiesti: nome e codice fiscale del soggetto che riceve il pagamento, dati del minore, causale e tipo di attività svolta.

Non serve che il minore sia minorenne per l’intero anno: basta che rientri nella fascia 5–18 anche solo per parte del 2024. La spesa può essere sostenuta da entrambi i genitori, ma l’importo detraibile resta unico per ciascun figlio. Per redditi superiori a 120.000 euro annui, la detrazione si riduce fino ad annullarsi oltre i 240.000 euro, secondo quanto previsto dal meccanismo di riduzione introdotto dal comma 3 dell’art. 15 del Tuir.
Quali strutture sportive consentono la detrazione e quali errori possono far perdere il diritto al rimborso anche quando la spesa è reale
La normativa è chiara: per essere ammesse alla detrazione delle spese sportive giovanili, le strutture devono essere palestre, piscine o impianti sportivi utilizzati per attività dilettantistica. Ma attenzione: non tutte le strutture rientrano. Sono valide solo quelle gestite da società o associazioni sportive dilettantistiche iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, come previsto dal d.lgs. 36/2021.
Non sono detraibili le spese per attività motoria svolta in ambienti non qualificati, né i corsi tenuti da associazioni culturali o professionistiche non registrate. Anche un impianto ben attrezzato, se non rientra tra i soggetti riconosciuti, non dà diritto alla detrazione. La ricevuta fiscale deve riportare tutti gli elementi richiesti dalla legge, altrimenti, in fase di controllo, l’Agenzia delle Entrate potrebbe rifiutare la spesa.
Per non perdere questo piccolo ma concreto vantaggio, è utile verificare prima dell’iscrizione se la struttura scelta è in regola. Le famiglie attente, oltre a sostenere il benessere fisico dei figli, possono alleggerire il peso fiscale con una documentazione precisa e completa. È una di quelle situazioni in cui conoscere bene le regole premia.
 




