Come risparmiare sulle spese scolastiche della scuola dell’infanzia con la nuova detrazione per la mensa

Molti genitori non sanno che esiste una possibilità concreta per ridurre le spese scolastiche della scuola dell’infanzia grazie alla detrazione della mensa scolastica. Una recente modifica normativa ha aumentato il tetto massimo per questa agevolazione fiscale, ampliando anche il tipo di spese che si possono detrarre. Il cambiamento è stato introdotto in modo silenzioso, ma può rappresentare un valido aiuto per chi ogni mese deve affrontare costi legati alla refezione scolastica. Ecco perché conviene conoscere meglio questa opportunità. Un dettaglio della legge di bilancio 2025 può cambiare le carte in tavola per molte famiglie italiane.

Ogni giorno centinaia di migliaia di bambini frequentano la scuola dell’infanzia, trascorrendo gran parte della giornata tra attività educative, giochi e momenti di socializzazione. Tra le spese fisse più comuni c’è senza dubbio la mensa scolastica, che rappresenta una voce di costo importante per tante famiglie, soprattutto se sommata ad altri servizi scolastici integrativi come il pre scuola o l’assistenza al pasto.

bambina che mangia alla mensa scolastica
Come risparmiare sulle spese scolastiche della scuola dell’infanzia con la nuova detrazione per la mensa-flvabeach.it

La recente legge di bilancio 2025, approvata con la legge n. 207/2024, è intervenuta su un aspetto molto specifico: ha modificato l’articolo 15 del TUIR, portando da 800 a 1.000 euro per studente l’importo massimo detraibile per le spese legate alla frequenza scolastica, tra cui rientrano anche quelle sostenute per la mensa. La novità ha un impatto diretto su chi ha figli nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.

Aumenta a 1.000 euro il limite per detrarre la mensa scolastica e i servizi integrativi della scuola dell’infanzia

Il nuovo tetto previsto dalla legge n. 207/2024 estende la possibilità di portare in detrazione la mensa scolastica fino a un massimo di 1.000 euro per ciascun alunno. Questa cifra comprende non solo il costo dei pasti, ma anche altri servizi scolastici come l’assistenza durante il pranzo o le attività pre e post scuola. La norma si applica a tutte le scuole del primo ciclo, quindi scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.

conatbilità
Aumenta a 1.000 euro il limite per detrarre la mensa scolastica e i servizi integrativi della scuola dell’infanzia-flavabeach.it

Secondo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare n. 14/2023, la detrazione è valida anche quando i servizi non sono gestiti direttamente dalla scuola, ma da soggetti terzi come i Comuni o le cooperative sociali. Non è necessario che il servizio sia stato deliberato dagli organi scolastici, poiché è considerato parte integrante del percorso educativo.

Un esempio può chiarire la situazione: se un genitore paga il servizio mensa tramite PagoPA al Comune, e la ricevuta contiene i dati del minore e del pagante, la spesa è detraibile. Stesso discorso se il pagamento avviene a una cooperativa incaricata della refezione. L’importante è che il servizio sia riferito alla frequenza scolastica e che il pagamento sia tracciabile.

Chi può beneficiare della detrazione e quali documenti sono necessari per evitare errori

La detrazione per le spese della mensa scolastica spetta a chi effettivamente ha sostenuto la spesa. Di solito si tratta di uno dei genitori, ma può anche essere un altro familiare, a condizione che il pagamento sia documentato e intestato correttamente. Fondamentale che il versamento sia effettuato con strumenti tracciabili come bonifici, carte di credito o portali autorizzati.

Per essere certi di poter usufruire del beneficio fiscale, è necessario conservare tutte le ricevute, che devono riportare chiaramente l’importo, la causale, il nome e il codice fiscale dell’alunno e del soggetto che ha effettuato il pagamento. Anche se non è obbligatorio allegarle al momento della dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiederle in caso di controlli.

Questa possibilità può sembrare marginale, ma nell’arco di un anno scolastico può tradursi in un risparmio concreto. Il consiglio, soprattutto per chi ha più figli, è quello di tenere traccia di ogni spesa legata alla frequenza scolastica e verificare che le ricevute siano corrette e complete. La normativa ora è più favorevole e amplia il perimetro delle spese detraibili, ma richiede comunque attenzione e precisione.

Gestione cookie